La sentenza della Cassazione relativa alla causa Vaudetti sui campi sportivi, pubblicata il 15 marzo 2024, più che dare ragione al comune, come ha affermato Cugini nell’ultimo Consiglio comunale, dà torto ai Vaudetti. La sentenza infatti rigetta il ricorso presentato dalla famiglia Vaudetti nel 2016 e riconosce l’indennizzo già definito dal tribunale di Ivrea del 2016.

Come ha ammesso Morelli, la causa Vaudetti, di cui si attendeva sentenza dal 2016, riguardava solo il valore economico dell’indennizzo per l’esproprio dei terreni Vaudetti e non contestava la proprietà comunale, come invece ha più volte affermato Cugini.

Dal 2016 ad oggi c’è stato da parte della giunta Cugini-Morelli un rimpallo di dichiarazioni contraddittorie e volutamente imprecise, per nascondere la non volontà di portare a termine il problema dei terreni dei campi sportivi di Via Diaz. In particolare l’acquisto dei terreni non ancora di proprietà del comune che insistono sotto il campo da calcio in sintetico e le tribune, sotto il campo in erba, sotto il padiglione e sotto una notevole porzione di spazio su cui è tracciata la pista di Mountain bike.

Fin dal 2016 Morelli parla di “trattative private” o “accordo bonario” con i proprietari di tali terreni ancora da acquistare e che ricordiamo sono delle S.R.L.   GL costruzioni e Società Edile Immobiliare.

Al di là delle dichiarazioni sui giornali, dal 2016 ad oggi non vi è però alcun documento di indirizzo politico-amministrativo che attesti la volontà della giunta Cugini-Morelli di procedere all’acquisizione dei terreni ancora non di proprietà del comune.

Dal 2016 a oggi sono stati persi 8 anni, perdita di tempo che ha inciso considerevolmente sulle finanze del comune, cioè su tutti cittadini, privando inoltre la cittadinanza del pieno utilizzo di un bene pubblico. Vediamo in dettaglio.

Campi da calcio: l’impossibilità di effettuare un bando di assegnazione pluriennale del complesso dei campi da calcio (il rinnovo viene effettuato di anno in anno, e nessuna società/ente investirebbe sulla struttura con un contratto cosi capestro), ha comportato per le casse del comune un costo di più di 100.000 euro l’anno, che per 8 anni fanno 800.000 euro, che già da soli coprirebbero ampiamente il costo dei terreni da acquistare.

Padiglione: non utilizzabile per mancanza di bagni e spogliatoi, è stato abbandonato in stato di degrado e più volte vandalizzato, senza che la giunta Cugini-Morelli mostrasse qualsiasi preoccupazione per l’incuria in cui giace un bene pubblico. Quanti centinaia di migliaia di euro costerà ora alle casse comunali, cioè a noi cittadini, rendere utilizzabile il padiglione?

Tutta la vicenda mostra le contraddizioni, l’incertezza e l’incapacità progettuale e programmatica della giunta Cugini-Morelli, i cui costi in termini economici e sociali ricadono tutti sulla cittadinanza di Gassino.

 

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